di Alessandro P. (Classe 5SD-2020/21)
Pier Paolo Pasolini è uno dei più grandi autori del Novecento, e con questo articolo vorrei accompagnarvi per le strade delle borgate di Roma per conoscere alcune opere a lui dedicate dalla street art, ammirando concretamente il segno da lui lasciato sulla società con il suo operato da scrittore e regista sul territorio romano.
“L’occhio è l’unico che può accorgersi della bellezza” in via Fanfulla da Lodi, nel cuore del Pigneto. L’autore di questa raffigurazione è Mauro Pallotta e rappresenta l’occhio di Pasolini che osserva Roma in tutta la sua bellezza.
Proprio la ricerca della bellezza nella sua autenticità è un tema che possiamo rintracciare nel libro “Ragazzi di vita”.
Pasolini si trasferisce a Roma con sua madre e si immerge in prima persona nelle abitudini della vita di borgata romana. Il poeta è molto legato agli aspetti della vita umile che aveva già prima esaltato anche nel paese natio della madre in Friuli, Casarsa. Questo legame influenza la sua poetica che riscontra in queste classi sociali un candore perso dalla società borghese.
Il graffito celebra l’arte del poeta e descrive insieme l’autenticità e la brutalità della vita di strada immergendosi nel loro contesto e vivendo con i ragazzi esperienze come il giocare a calcio, tutto sullo sfondo di una Roma ferita dalla guerra e appena uscita dal fascismo. L’autore ci mostra la rovina e la povertà che colpisce la popolazione. Il racconto dei ragazzi di vita gli permette anche di modificare il linguaggio della narrazione in dialetto per esprimere ancor meglio il realismo che usa nella descrizione del modo di pensare e di agire dei ragazzi. Alcuni racconti sono così realistici e crudi da creare dissenso nell’opinione pubblica del tempo, infatti viene processato per pornografia. Questo perché la sua poetica toglie la maschera a quella che è l’illusione del perbenismo italiano dell’epoca che non rispecchia la realtà.
“Piccola Maria” è un’altra opera in cui possiamo vedere ritratto da Mr. Klevra il volto di Maria da ragazza con un velo rosso e aureola bizantina. Si tratta di un omaggio alle doti da regista di Pasolini nel film “Il Vangelo secondo Matteo”. La regia del film che tratta i temi della religiosità, dell’uomo, della povertà e della speranza, è frutto della decisione presa dopo il viaggio del regista ad Assisi. Inizialmente Pasolini, fermo anticlericale, leggendo il Vangelo secondo Matteo viene colpito dal rapporto con i poveri e la disuguaglianza sociale che la scrittura illustra, alimentando il suo interesse e il suo amore per la tradizione contadina. Decide di affrontare il tema della trascendenza tuttavia non crede che la fede in Dio ed il cristianesimo possano portare alla salvezza dell’umanità, piuttosto si avvicina a questo tema come un’opera con fondamenti che non rispecchiano ormai il modello del postguerra italiano.
Sempre su Via Fanfulla di Lodi possiamo trovare un altro murales dipinto da Omino71 intitolato “Io so i nomi”. Il nome è un riferimento a un articolo di denuncia di Pasolini pubblicato sul Corriere della Sera il 14 novembre del 1974. In questo articolo lui afferma di conoscere i responsabili di alcune delle più grandi ferite dell’italia novecentesca come la strage di Milano del 12 dicembre 1969 e le stragi di Brescia e di Bologna del 1974. L’autore, pur non avendo prove dirette, si affida alle sue abilità di intellettuale capace di analizzare l’attualità immaginando ciò che non si conosce, affermando di aver ricostruito la verità in un quadro politico di un’Italia avvolta dal mistero. L’opera dello street artist ritrae il volto dello scrittore con una maschera da supereroe e evidenziando in chiaro il titolo dell’opera, questo per celebrare il coraggio e temerarietà dell’intellettuale.
I quartieri che ospitano le icone di Pasolini sono ben diversi da quelli della sua epoca, infatti oggi molti dei questieri vissuti e descritti dall’autore hanno subito un processo di gentrificazione ovvero una riqualificazione edilizia, rinnovandosi sia nelle strutture sia nel target di coloro che vi vanno ad abitare, infatti non si tratta più di ragazzi di vita ma spesso di giovani in carriera o comunque famiglie benestanti. Questi cambiamenti hanno portato ad una maggior affluenza di persone, all’aumento dei prezzi, nuove attività commerciali e locali alla moda, esempi sono Testaccio, Trastevere e Pigneto, quest’ultimo è il luogo dove possiamo ammirare la maggior parte delle opere su parete ritraenti Pasolini.
Oggi possiamo solo immaginare quale sarebbe la reazione di Pasolini nello scoprire questo drastico cambiamento dei quartieri una volta abitati da giovani da lui visti come incontaminati dalla società del tempo. Certamente possiamo supporre che anche lui sarebbe affascinato dall’arte che nasce proprio da quelle strade e che viene ammirata e apprezzata dai cittadini, elevando il suo messaggio e i valori umili della borgata di un tempo.