Come una medicina è diventata una delle droghe più spaventose al mondo

Nella nostra società c’è un problema che va ben oltre il semplice abuso di droga: è una questione di vite umane, di controllo e di consapevolezza di quanto alcune sostanze cambino irreversibilmente le persone. Si tratta del fenomeno del dilagare del Fentanyl, un oppioide talmente potente da rendere chi lo assume uno “zombie vivente”. Nato come un analgesico, un farmaco che allevia il dolore, il Fentanyl viene utilizzato sia in medicina umana che veterinaria per le sue straordinarie capacità di sedazione e anestesia. Essendo in media 80 volte più forte della morfina, ha un effetto veramente intenso anche se la quantità assunta è minima. La sua formula chimica è C22H28N2O, pochi atomi che, se erroneamente utilizzati, provocano un ingente danno. Questa potenza è il motivo per cui il Fentanyl è sotto un rigido controllo internazionale. Nonostante ciò, alcuni suoi derivati non farmaceutici vengono sintetizzati illegalmente e venduti come eroina sintetica, oppure mescolati ad essa per aumentare l’effetto della dose, con rischi evidenti.

Il farmaco vero e proprio, denominato Fentanyl Citrato (sintetizzato unendo Fentanyl e acido citrico) ha un effetto simile a quello degli altri oppiacei, specialmente nelle compresse sublinguali. Esso è un agonista puro, ovvero riesce a legarsi ai recettori delle cellule nervose, attivandoli fortemente e mettendosi in competizione con il legante standard. In questo caso, i recettori interessati sono quelli degli μ-oppioidi, situati principalmente nel sistema nervoso centrale e periferico e nel tratto gastrointestinale. In ambito medico, la diffusione del Fentanyl si estende oltre l’anestesia, includendo il trattamento del dolore acuto post-operatorio e del dolore cronico, in particolare nei pazienti oncologici: la sua introduzione ha rappresentato un’opzione rivoluzionaria per i pazienti resistenti agli oppioidi tradizionali. Per affrontare i rischi di gravi effetti collaterali, come la depressione respiratoria e il potenziale di abuso, furono sviluppate modalità di somministrazione controllate. Tra queste, i cerotti transdermici introdotti negli anni ’90 si rivelarono fondamentali per garantire un rilascio graduale e sicuro del farmaco.

Sono state anche sviluppate delle sostanze “cugine” del Fentanyl, con effetti ancora maggiori, come l’Alfentanil e il Carfentanil. Quest’ultimo, ad esempio, è potente fino a 10.000 volte in più della morfina e viene spesso usato per immobilizzare grandi animali come gli elefanti. 

Gli effetti collaterali del Fentanyl includono:

  • perdita di controllo totale: il corpo risponde lentamente, o non risponde proprio, i movimenti diventano scoordinati, e camminare diventa più difficile di quanto lo fosse prima;
  • vuoto mentale: la mente si spegne, va in stand-by, lasciando incapace la persona di rispondere agli stimoli;
  • ferite ignorate: non si percepisce il dolore, dunque si rischia di farsi del male senza rendersene conto, creando cicatrici permanenti;
  • dipendenza silenziosa: questa droga induce una fame che non si può soddisfare, creando una spirale verso la dipendenza e l’autodistruzione.

Nel 2021, sono stati segnalati 137 decessi legati a questa sostanza nell’UE, oltre ai 70.000 negli USA, rappresentando una porzione significativa degli oltre 100.000 decessi registrati in quell’anno nello Stato. Tre anni dopo, nel 2024, il Fentanyl continua a rappresentare una delle maggiori minacce di morte legate alla droga. Gli utilizzatori di Fentanyl provengono da una vasta gamma di contesti sociali, ma le statistiche mostrano una prevalenza maggiore in persone di estrazione sociale medio-bassa. Esiste, quindi, una correlazione tra l’accesso limitato all’ istruzione e l’utilizzo delle droghe, in primis per la mancanza di consapevolezza dei rischi, ma anche per il fatto che l’assenza di istruzione può limitare la capacità di analisi critica, rendendo le persone più suscettibili alla manipolazione. Inoltre, si può aggiungere ai suddetti fattori un ambiente familiare instabile. Tutto ciò, però, non è determinante: l’utilizzo delle droghe è sicuramente un fenomeno multifattoriale.

Il Fentanyl ha cominciato a prendere piede nel 2020 negli Stati Uniti, ma un boom vero e proprio si è verificato con la vendita di questa droga sul mercato nero. Tutto ciò è avvenuto durante l’amministrazione Biden, la quale ha risposto alla grave crisi del Fentanyl focalizzandosi sulla prevenzione e sul trattamento dell’abuso. Ciò è stato possibile grazie ad una campagna mirata a sostenere l’accesso ai farmaci salvavita per i tossicodipendenti e ad un rafforzamento della politica per risolvere il problema alla radice: evitare l’importazione di Fentanyl negli USA. Il quarantasettesimo Presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, ha espresso i suoi progetti riguardanti la pericolosa e letale sostanza. La sua proposta è quella di imporre delle tariffe doganali del 25% sulle merci messicane, per evitare ed eventualmente bloccare il flusso di Fentanyl da questo Stato. Trump ha in seguito affermato di voler mantenere, invece, un buon rapporto con la Cina, con la quale era già stato stretto un accordo in quanto principale fornitore di Fentanyl per gli Stati Uniti.

In Italia, invece, il Fentanyl è usato a livello ospedaliero in fiale, come analgesico per alleggerire il dolore in interventi chirurgici di breve durata e ad oggi una dose costa quanto una pizza margherita. Proprio nei primi mesi del 2024 i carabinieri hanno confiscato a Perugia una dose di presunta eroina che, poi, si è scoperto essere una produzione artigianale di Fentanyl, mostrandosi come primo caso in assoluto italiano. Una delle più grandi piazze di spaccio di Fentanyl è la piazza delle colonne di San Lorenzo a Milano. Alla luce di ciò, nel mese di marzo 2024, il Governo Meloni ha indetto una conferenza nella quale ha auspicato un dialogo con gli Stati Uniti sul tema Fentanyl. Nonostante ciò, l’allerta italiana è arrivata al grado 3 e stanno al contempo aumentando esponenzialmente i fatti di cronaca sul suo utilizzo. 

Dunque il Fentanyl rappresenta una delle sfide più pressanti del nostro tempo, sia sul fronte sanitario che sociale. La sua diffusione, inizialmente confinata all’uso medico, è rapidamente sfuggita al controllo, trasformandosi in un problema globale che intreccia dipendenze personali, interessi economici e dinamiche politiche. La crisi non è solo una questione di droga, ma di società, di mancanza di opportunità e di vulnerabilità sfruttate da reti criminali. Gli sforzi internazionali e nazionali per arginare il problema devono essere accompagnati da campagne di sensibilizzazione, investimenti nell’educazione, e accesso a programmi di riabilitazione per chi è già caduto nella dipendenza. Solo attraverso un approccio integrato, che includa il contrasto al traffico illecito, il sostegno alle vittime e la costruzione di società più resilienti, sarà possibile ridurre l’impatto devastante di questa sostanza e le tragedie umane che ne derivano.

Immaginate, ora, un ragazzo che inizi a sentire la forza del peso delle sue azioni solo quando è troppo tardi. Il suo volto diventa pallido, il passo traballante e lo sguardo vuoto sembrano usciti da un film horror. Ma non siamo al cinema: questo è l’effetto devastante del Fentanyl. Purtroppo tutto ciò non è un film, è una condanna reale. Un mostro di solito non è sempre quello che immaginiamo. A volte si nasconde dentro le scelte sbagliate.

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