Indagine su comportamenti, fattori sociali e strategie di prevenzione
Cosa ci viene in mente quando pensiamo alle dipendenze? Certamente un fenomeno complesso, con ripercussioni su tutta società. Tuttavia, soprattutto per le generazioni più anziane, si tende ad associare la parola “dipendenze” ai giovani. Ma esiste realmente un rapporto così stretto tra questi due mondi? E cosa si intende per dipendenze? In questo articolo di Elettronvolt, andremo a dare voce proprio ai giovani per comprendere quanto questo problema sia diffuso, come venga percepito e quale sia il livello di informazione rispetto ad esso. Abbiamo condotto questo studio analizzando le risposte di un questionario ideato dalla redazione che è stato distribuito tra alcuni ragazzi delle classi quinte del nostro liceo.
Che cos’è una dipendenza?
Abbiamo chiesto proprio ai giovani cosa significa, secondo il loro punto di vista, “essere dipendente da una sostanza, un comportamento o una persona”. Di solito non si affronta veramente questo argomento, la nostra analisi ha quindi lo scopo di far luce e di rendere più consapevoli coloro che la leggeranno. Analizzando le risposte, abbiamo notato che la maggior parte dei partecipanti ha descritto la dipendenza come un forte attaccamento ad una persona, a un comportamento o a una sostanza, che finisce per sfociare in ossessione. Il soggetto, provato dalla continua necessità di appagare il suo insistente bisogno, tende a diventare succube delle sue sensazioni, perdendo spesso il filo della ragione e, talvolta, commettendo azioni non conformi al suo solito carattere. Particolarmente citati sono stati il tema della dipendenza da sostanze (droghe, alcol, marijuana, fentanyl o anche prescrizioni mediche) che si contraddistingue per una necessità fisiologica, e quello delle dipendenze affettive, caratterizzato da relazioni disfunzionali dove i partner non riescono a raggiungere una sintonia duratura oppure vi è un attaccamento eccessivo.
Meno trattato, ma comunque presente nelle risposte, è stato il tema della dipendenza comportamentale, riguardante disturbi come la ludopatia, l’ipersessualità, la dipendenza da lavoro e dagli schermi (videogiochi, telefoni, computer, instagram…). Dai questionari è emerso che chi ne soffre non riesce a liberarsi da un comportamento che passa inosservato dalla società nonostante sia sotto gli occhi di tutti. Infine, abbiamo trovato particolarmente significativa la considerazione secondo cui “tutti possiedono una dipendenza ed è inevitabile sfuggirne”. Secondo gli intervistati nella vita quotidiana, ognuno di noi si ritrova ad affrontare sfide ed esperienze di ogni tipo, che talvolta possono sfociare in abitudini negative senza esserne pienamente consapevoli.
Le dipendenze più comuni
Analizzando le risposte alla domanda “quali sono i comportamenti o le sostanze che consideri dipendenze comuni tra i tuoi coetanei?” è emerso che le dipendenze considerate più comuni tra i ragazzi sono il fumo, seguito dall’alcol ed infine l’assuefazione dai dispositivi elettronici e dai social media. Altre dipendenze che sono state nominate, anche se in minor parte, sono il gioco d’azzardo e l’uso di sostanze stupefacenti.
Confrontandoci con i dati, secondo le fonti statistiche riportate nei più autorevoli quotidiani nazionali , in Italia il 16% dei ragazzi sotto i 19 anni ha fumato più di una volta e il 34% degli studenti, che corrisponde a circa 500mila ragazzi, afferma di aver provato una sigaretta a meno di 14 anni; questi dati ci fanno comprendere quanto sia diffuso il fumo tra i ragazzi.
Anche l’alcol è tra le dipendenze più comuni, con il 57% dei ragazzi tra i 12 e i 15 anni che afferma di aver già bevuto più di una volta, e con il 20% dei ragazzi tra i 16 e i 19 che bevono alcolici quasi quotidianamente.
Una dipendenza comportamentale molto comune ma che è spesso sottovalutata è l’Internet Addiction Disorder (AID) che consiste nella dipendenza dal telefono e dai social media e circa il 52% dei ragazzi sembrano esserne dipendenti.
Un’altra dipendenza comportamentale è il gioco d’azzardo, che sta diventando sempre più diffuso, con 1.5 milioni di ragazzi tra i 13 e i 19 anni che affermano di aver giocato più di una volta e con il 30% dei ragazzi in Italia che frequenta regolarmente agenzie di scommesse e casinò.
Anche le statistiche sull’utilizzo di sostanze stupefacenti sono elevate, con il 39% degli studenti che assume droghe (principalmente cannabis e cocaina) regolarmente.
Questi dati ci aprono uno sguardo sulla reale diffusione delle dipendenze tra i giovani e ci sensibilizzano su questa tematica a volte ancora troppo sottovalutata.
Il contesto sociale
Dal sondaggio è emerso che la maggior parte dei ragazzi ritiene che il contesto sociale, e soprattutto i social media, possano contribuire largamente allo sviluppo di dipendenze.
Numerose sono state le risposte in riferimento alla situazione familiare: è emerso come l’ambiente in cui si cresce, un eventuale contesto degradato in cui i genitori abusano o hanno abusato di sostanze illecite o in cui sono pervenuti comportamenti “tossici”, possa avere effetti più che significativi sul comportamento stesso dei ragazzi. In molti hanno accennato anche alla situazione sociale, agli ambienti di amicizie e ai rapporti nei quali certi atteggiamenti sono tollerati e, non raramente, anche incitati.
Per quanto riguarda invece l’influenza dei social media si fa cenno a una diffusione su internet di “pratiche sbagliate” che sono un po’ come una lama a doppio taglio: possono avere certamente una funzione divulgativa e di monito, tuttavia le menti più influenzabili come quelle dei più giovani e di soggetti più fragili, nel timore di essere considerati diversi e/o denigrati, possono lasciarsi condizionare molto più facilmente da tali informazioni.
In particolare, si è fatto riferimento alla normalizzazione dell’utilizzo di sostanze come alcol e fumo, che pur essendo alcune delle principali cause delle dipendenze più diffuse, rimangono di facile reperibilità.
E’ emerso che, generalmente, i soggetti più sensibili, a causa anche di condizioni psicologiche o situazioni difficili, tendono a farsi influenzare dal contesto sociale e familiare. Tuttavia, una minoranza ribadisce che non tutti i ragazzi finiscono intrappolati da queste dipendenze e, anzi, alcuni affermano che il contesto sociale e quello familiare non siano così influenti.
Si deduce comunque che, per i ragazzi intervistati, i fattori familiari e sociali hanno una forte influenza sui soggetti più fragili inclini ad avvicinarsi a queste sostanze.
Strategie per prevenire lo sviluppo di dipendenza
Alla domanda “quali strategie potrebbero mettere in atto la scuola, la società e la politica per prevenire lo sviluppo di dipendenze” la maggior parte degli studenti ha proposto di approfondire questi argomenti con corsi o lezioni riguardanti l’uso e l’ammissione di droghe.
Da tale risposta si può realizzare quanto i giovani trovino insufficienti o inadeguate le attività proposte dalla scuola o in generale dalle istituzioni per contrastare le dipendenze.
Molte persone quest’oggi assumono sostanze anche per “scappare” dai loro problemi attuali e per non affrontare la realtà, quindi, come propongono diversi studenti, sarebbe importante approfondire maggiormente l’argomento a scuola anche attraverso laboratori. Attività interattive potrebbero aiutare i soggetti che sono già esposti a forme di dipendenza ad affrontare un disagio che spesso tengono nascosto per timore di esprimersi e di essere giudicati negativamente.
La società e gli stereotipi.
In risposta alla domanda n. 5 “Pensi che la società stigmatizzi le persone con dipendenze? In che modo? Ti è capitato di essere testimone di discriminazioni nei confronti di una persona dipendente o ex dipendente?” la maggior parte degli studenti ha risposto in modo affermativo.
La parola più comune tra le varie risposte è stata “stereotipo”: lo stereotipo è un preconcetto che non si basa su fatti reali e che si configura come una generalizzazione eccessiva e semplificata di un fatto o una persona.
I fatti reali consistono nella natura complessa dell’uomo: non possiamo dare un giudizio-stereotipo ad un gruppo di persone che hanno in comune quella caratteristica, perché esistono innumerevoli variabili, costituite dalle differenze individuali di ognuno. La validità dello stereotipo è concettualmente e scientificamente un requisito inefficace per comprendere la natura umana sotto un determinato punto di vista, ma dal questionario che è stato svolto, è risultato che è molto comune nel pensiero di molte persone al giorno d’oggi.
La redazione Attualità e Cultura