Il 13 giugno 2023 Giulia Capraro perde la vita a 17 anni in un incidente stradale mentre andava a una festa a Castel Gandolfo.
Il 16 settembre 2022 Giorgia aveva 18 anni quando è stata investita a Ciampino mentre usciva da scuola, il conducente dell’auto aveva 23 anni.
Il 25 novembre 2022 una barista di 19 anni viene investita da un’auto guidata da un 25enne a Ciampino mentre usciva dal locale, in cui aveva appena terminato il suo turno di lavoro.
Ognuna di queste storie è diversa l’una dall’altra, ma ciò che le accumuna è il dolore che vi si nasconde e l’amarezza lasciata in bocca in tutti coloro che ne vengono a conoscenza, perché nessuno dovrebbe smettere di sognare a 17 anni.
Giulia stava andando a una festa d’istituto alla Perla, lo stesso luogo in cui anch’io sono andata più volte con i miei amici. Giorgia è stata investita davanti alla mia scuola e faceva parte della redazione del giornalino scolastico con me. La barista di 19 anni è rimasta ferita davanti al locale a due passi da casa mia. Davanti a queste riflessioni rimango in silenzio e mi chiedo se un domani potrei essere io. Potranno essere i miei genitori a ricevere la notizia e a logorarsi dentro, soffocati dal dolore. Oppure potresti essere tu che leggi, un tuo amico, il tuo vicino di casa o una qualsiasi altra vita che si spegne nel buio.
I telegiornali parlano continuamente di ragazzi che perdono la vita al volante e ogni volta una parte di me si sgretola e mi lascia un vuoto immenso nel petto. Se ne va quel pezzetto di me che ogni volta pensa al dolore dei genitori e sono costretta ad allontanarlo perché insopportabile, eppure Milena e Roberto ancora resistono. Ben 19 anni fa hanno perso il figlio Andrea di appena 30 anni in un incidente stradale e, attraverso il loro racconto, ho vissuto tutte le tappe della loro perdita. La morte di un figlio tanto desiderato ti strappa via l’anima e, come scrisse Ungaretti, “Come si può ch’io regga a tanta notte?” (“Giorno per giorno”). Inizialmente la tristezza ti pervade e non riesci nemmeno ad alzarti dal letto la mattina o a trovare uno stimolo che ti faccia cominciare la giornata. Cosa gli resta più? Qualche parola di conforto, un abbraccio, ma Andrea non tornerà indietro da loro, come Giulia non sorriderà più ai suoi genitori.
Il secondo stadio della perdita invece è la rabbia. La tristezza si trasforma e assume mille forme diverse, ma la rabbia è quella prevalente: “Perché non è stato attento? Sarebbe qui oggi se avesse solo guardato meglio gli specchietti.” Questo sentimento è seguito poi dai “se”: “Se non fosse andata alla festa quel giorno? Se fosse uscita un’ora più tardi? E se fossi stato io in macchina con lei sarebbe qui?” Con il passare degli anni ho visto gli occhi di Milena e Roberto cambiare aspetto continuamente, e non importa del tempo passato, il loro dolore rimane lì e sono costretti a farci i conti ogni giorno, perché basta una piccola distrazione che li risucchia. Ad oggi sono passati 20 anni da quando Andrea non c’è più, ma è come se fosse ovunque. Lo rivedono nei sorrisi dei loro cari, in una buona notizia, in una giornata di sole, nei sogni e lo cercano negli occhi di tutti passanti. Forse è vero che non potranno più abbracciare il loro figlio, ma Andrea li stringe a sé in ogni momento delle loro vite fino a che il calore dei corpi si dissolve e il dolore è arrivato all’ultimo stadio.
A questo punto ogni Milena e Roberto ha il bisogno di gridare. Di urlare in faccia ai giovani e allo Stato che la sicurezza stradale è un tema fondamentale e che ha distrutto fin troppe vite. Infatti, alla luce dei dati raccolti, l’Unione Europea ha l’obbiettivo di ridurre del 50% i decessi stradali e i feriti entro il 2030 e di azzerare le vittime della strada entro il 2050. Ma nonostante ciò i dati elaborati dall’Istat parlano chiaro: nel corso del 2022, si sono registrati 165.889 incidenti con danni alle persone, con 3.159 morti e 223.475 feriti, in grande aumento rispetto agli anni passati. Nel 2023 non ci sono stati cambiamenti significativi: l’Istat registra una diminuzione molto limitata del numero di incidenti con lesioni a persone (79.124; -1,0%) e dei feriti (106.493; -0,9%). Allora mi chiedo: per quanto ancora la sicurezza stradale verrà messa in secondo piano? Io ritengo fondamentale che questo tema venga trattato soprattutto nelle scuole, in educazione civica, in modo da confrontarci direttamente con la realtà dei fatti senza dover scappare e chiudere gli occhi, in modo da capire quali siano i reali rischi e le cause e in modo da conoscere le storie di migliaia di vittime per non farle ripetere nuovamente.
Sicuramente un altro tasto dolente è l’uso del cellulare alla guida. L’Istat registra nel 2022 ben 36.000 incidenti, il 16,2% del totale, causati proprio da questo. Ciò dimostra come, soprattutto noi giovani, sottovalutiamo i rischi dell’uso del telefono durante la guida anche per via del nostro uso compulsivo di quest’ultimo. Questo dato spaventa e mette in evidenza come noi siamo disposti a perdere la vita o a mettere in pericolo quella degli altri solo per vedere una notifica sul cellulare, se Marco mi ha messo “like” al post o se Matteo mi ha chiesto di uscire. Giochiamo con la nostra vita e con quella degli altri, camminando in bilico su un filo invisibile, talmente sottile che non riusciamo a vedere quando si spezza e noi cadiamo giù. La guida responsabile è più importante di quanto possiamo immaginare; dalla nostra attenzione dipende l’amore di tanti genitori e amici e le ambizioni di migliaia di Giulia.
Ma ciò non basta perché l’Istat registra che il 9,7% degli incidenti stradali è correlato ad alcol e droghe. Ciò dimostra come non siamo in grado di essere lucidi per un solo secondo, necessario per fermarci e dire di no, per la nostra e altrui incolumità, a quell’amico che ci passa una bottiglia di birra mentre ci sorride. Ciò dimostra la nostra impossibilità, non tanto di rinuncia all’ebbrezza dell’alcol o delle droghe, ma di consapevolezza di ciò che potrebbe accadere. Proprio per questo è fondamentale informarsi e conoscere sempre più storie prive di un lieto fine in modo da permettere a tante altre di avercelo.
In alcuni paesi sono stati fatti molti passi avanti in ambito della sicurezza stradale, ad esempio in Giappone dal 2012 al 2022 le morti causate dagli incidenti stradali sono diminuite del 40%. Tale riduzione è dovuta a tanti provvedimenti presi: la costruzione di nuovi marciapiedi e di un sistema di illuminazione più efficace, il codice stradale è stato revisionato e sono stati creati spazi appositi per la sola circolazione delle biciclette. In Danimarca invece gli incroci pericolosi sono stati trasformati in rotonde e sono state introdotte le strisce sonore per segnalare ai guidatori e ai pedoni possibili rischi. Perciò io credo che la luce in fondo al tunnel della sicurezza stradale ci sia, perché anche se fioca riesco a intravederla. Io credo fermamente che arriverà il giorno in cui la guida responsabile sarà scontata perché propria di ognuno di noi. Tante vite sono state spezzate, ma continuano ad esistere nel cuore dei loro genitori, nella speranza di chi sogna un mondo di fatti e non di parole e nei ricordi di tutti noi perché come scrisse la Fallaci “la vita non muore”
Martina D.C.