Appassionata del mondo dei bambini, vive la sua carriera scrivendo romanzi per avvicinarli alla lettura senza ricadere nella banalità delle semplici favole.
Intervista online della classe 1E del Liceo Volterra
Lucia Giustini nasce a Taranto e si trasferisce a Bologna, dove si laurea in storia del cinema. Nel 2003 fonda l’associazione “Millemagichestorie” che si occupa di teatro per ragazzi, inviti alla lettura e laboratori video-cinematografici. Lucia Giustini scrive soprattutto libri per bambini, ma con “Cinque giorni” attira persone di maggior età e dal libro si può capire che ha una passione per l’horror e il mistero.
Abbiamo letto il suo ultimo romanzo “Cinque Giorni”, che racconta di un mistero da risolvere. I protagonisti sono Giacomo e Gemma, due gemelli di sedici anni che vivono in un piccolo appartamento insieme ai genitori. La vicenda comincia di venerdì, quando Giacomo si trova a casa sdraiato sul pavimento con un forte dolore alla testa e non riesce a ricordarne il motivo. Poi ricorda di essere entrato nell’appartamento del quinto piano, per investigare sui rumori inquietanti, dove si trova il colpevole.
La narrazione si svolge in due parti: la prima raccontata dal punto di vista di Giacomo e la seconda da quello di Gemma. La parte di Giacomo ha le caratteristiche tipiche dell’intreccio e si svolge a ritroso, dal venerdì al lunedì. La parte di Gemma invece viene raccontata in ordine cronologico, ovvero dal lunedì al venerdì.
Attraverso la suspense “Cinque Giorni” offre una lettura avvincente e appassionante e affronta temi universali legati alla famiglia, all’adolescenza e alla ricerca della verità.
Collegata con noi in videoconferenza, Lucia risponde alle nostre numerose domande
C’è stato un romanzo in particolare che l’ha fatta avvicinare al mondo della lettura e della scrittura?
La lettura e la scrittura mi hanno da sempre attratta, ma se devo scegliere il romanzo che mi ha fatto innamorare della letteratura allora è sicuramente “La zona morta” di Stephen King. Ho sempre avuto un debole per il genere horror e il thriller, fin da piccola, e scrittori come Stephen King mi hanno aiutato a conoscerlo meglio. Ma l’autore che preferisco in assoluto è Italo Calvino; nutro una profonda ammirazione per il suo modo di scrivere così onesto e diretto, frutto di una ricerca costante di trasparenza e semplicità espressiva.
Ha mai avuto un blocco dello scrittore? Se si come si è ripresa?
Onestamente non ho mai avuto un blocco dello scrittore, ma posso dire che la parte che mi crea più problemi quando scrivo è trovare l’idea iniziale, che consisterà poi nel nucleo della storia. Ma, trovata quella, ho la strada spianata, poiché la parte difficile per me è trovare l’idea per la creazione della storia, ma, una volta trovata, ho tutta la trama in mente.
Lucia in modo scherzoso ci dice che, per esempio, quando un personaggio muore lei lo aveva già in mente fin dall’inizio
Perché ha deciso di scrivere per un pubblico difficile come bambini e ragazzi, invece di dedicarsi a romanzi per adulti, persone decisamente più facili da intrattenere?
Scrivo e racconto storie a bambine e bambini da circa 20 anni, perché gli adulti sono noiosi, mentre i bambini sono più interessanti ed interessati. Sono inoltre molto affascinata dall’adolescenza: i ragazzi hanno più fantasia e sono affascinati dalla vita e dai suoi cambiamenti. Definisco, però, il mio primo lavoro il teatro, dove, anche qui, mi dedico completamente a bambini e ragazzi. Nei miei progetti futuri, ci sarà la produzione di un romanzo dedicato alla demenza senile, tematica che mi tocca in prima persona, perché purtroppo ha portato via mia madre.
Per scrivere la trama dei suoi romanzi si è ispirata a vicende vissute da lei in prima persona?
Non mi sono ispirata a vicende vissute in prima persona, ma per esempio, sentendo dei rumori strani da dentro casa, ne ho preso spunto per utilizzarli come mezzo enfatizzante di una determinata situazione di pericolo
“Quando inizia a scrivere un romanzo, ha già tutta la storia in mente dall’inizio alla fine?
Solitamente no, ma ho ben chiari l’inizio e la conclusione ed è proprio durante la scrittura che mi vengono nuove idee per sviluppare il romanzo. Inoltre, la scrittrice ritiene fondamentale che ci sia un primo quadro generale che, successivamente, può essere modificato o arricchito.
Qual è stata la sua più grande sfida come scrittrice fino ad oggi?
Un libro difficile da scriverle è stato “ Maxi Tauro”, poiché ho immaginato che il mostro fosse l’Ilva di Taranto, che diffonde malattie, morte e paura tra gli abitanti.” Lucia, avendoci vissuto, ricorda la situazione con molta tristezza.
Qual è stato il momento più emozionante o gratificante della sua carriera da scrittrice?
Solitamente ogni incontro con altri scrittori è un’occasione per confrontarsi, ma i momenti più gratificanti sono chiaramente quelli in cui le case editrici approvano la pubblicazione di un mio romanzo.
Crede che scriverà mai un’autobiografia?
Non credo, poiché ritengo di non aver fatto finora nulla di così speciale a tal punto di diventare oggetto di lettura
Qual è il suo genere letterario preferito e quello che gradisce di meno?
Come già detto, mi piacciono molto i thriller, gli horror e i gialli poiché sono ricchi di suspense. Al contrario, penso che i romanzi storici e i fantasy siano meno appassionanti
Esiste un luogo particolare in cui le piace scrivere abitualmente?
Il luogo in cui scrivo la maggior parte dei miei romanzi è proprio casa mia, dove ho il mio angolo per la scrittura con le mie comodità; spesso mi piace anche scrivere sul divano, insieme al mio gatto, a cui sono molto affezionata.
Credi che l’attività di una scrittrice sia diversa sotto qualche aspetto dall’attività dello scrittore?
No, non credo, ma ho notato che è più comune che gli scrittori siano chiamati nelle scuole rispetto alle scrittrici. Mentre un altro fatto interessante che ho notato è che, nel campo della letteratura per l’infanzia e l’adolescenza, vi sono più scrittrici che scrittori. Questa tendenza potrebbe indicare un interesse maggiore per certi temi o stili narrativi che le scrittrici riescono a sviluppare in modo particolarmente coinvolgente
Secondo la sua esperienza personale il mestiere della scrittrice permette di guadagnarsi da vivere o può essere solo una passione/secondo lavoro?
Credo che uno scrittore scriva per passione e amore, di certo non lo fa per soldi, anche perché il guadagno è spesso minimo. È davvero difficile vivere solo di scrittura a causa dell’enorme quantità di autori presenti nel campo e, anche vendendo molte copie di diversi libri, il guadagno non sarà mai sufficiente per condurre una vita benestante e per questo quello dello scrittore lo considero più un secondo lavoro. Infatti molti autori, anche famosi, oltre a scrivere regolarmente libri venduti in tutto il mondo, sono anche professori, biologi, critici, musicisti, artisti, ecc.
I protagonisti del romanzo sono due gemelli. Questa scelta è collegata ad una sua esperienza particolare o ad una sua conoscenza riguardo il rapporto tra fratelli gemelli?
La scelta di due gemelli come protagonisti non è collegata ad una mia storia particolare, in realtà mi incuriosiva la realizzazione di un romanzo con due punti di vista diversi.
In cinque giorni viene citata la paura dei protagonisti di diventare come i genitori, lei quando aveva la loro età qual era la sua paura più grande?
All’età dei protagonisti non avevo paure legate al mio essere interiore, però avevo le classiche paure degli adolescenti, come di alcuni animali, o semplicemente le preoccupazioni quotidiane per la scuola
C’è un messaggio o un tema particolare e più profondo che ha cercato di trasmettere attraverso il romanzo “Cinque giorni”?
No, Il mio scopo non era quello di trasmettere un messaggio particolare , ma ho preferito focalizzarmi sulla trama intricata del romanzo, regalando momenti di suspance e mistero al lettore.
Lucia ci saluta, presentandoci il suo gatto e augurandoci un buon fine anno scolastico e un futuro da lettori appassionati e ci invita a sperimentare con nuovi generi in modo da scoprire qualcosa di nuovo che ci possa appassionare.