“Se la libertà scomparisse dal mondo”
“Se i gatti scomparissero dal mondo” di Genki Kawamura si rivela un romanzo contemporaneo illuminante dove il tema della libertà morale e collettiva si presenta con una certa intensità.
Inserito all’interno di un contesto sociale, il protagonista simboleggia l’umanità eccessivamente legata alla concezione di libertà individuale, anche qualora le proprie azioni vadano a discapito altrui.
Il protagonista è un ragazzo prossimo alla morte, affetto da una malattia terminale. Il giorno prima di lasciare definitivamente il mondo terrestre riceve una visita dal Diavolo con cui fa un patto: potrà vivere qualche giorno di vita in più se deciderà giornalmente di far sparire qualcosa o qualcuno dal mondo.
L’uomo deciderà giorno dopo giorno qualcosa di sempre più impattante per la società umana da far svanire: cellulari, orologi, film ed infine i gatti. Sceglierà con una certa impulsività poiché qualsiasi cosa, messa in relazione anche ad un solo giorno di vita in più per lui, appare marginale. Facendo scomparire gli orologi annullerà la concezione umana del tempo, con i cellulari la possibilità di comunicare a distanza. Capirà giorno dopo giorno che sì, l’umanità senza questi oggetti appare maggiormente libera dai vincoli che ha ideato lei stessa, ma a che prezzo? Senza la concezione temporale l’uomo abbandona la propria libertà creativa nel lavoro e nelle relazioni sociali, a causa di una confusione generale legittima. Inoltre, se non si seguono delle tempistiche lavorative, non si ha nemmeno una sicurezza economica e dunque non si ha la libertà di vivere la propria vita come si vuole.
Sostanzialmente, la libertà individuale del ragazzo andrà a violare quella altrui. La vita non ha prezzo e questo ci viene insegnato fin da piccoli, ma quando tale concetto va a limitare gli altri bisogna abbandonare il proprio egoismo. Libertà, per me, significa scegliere di vivere in serenità: la propria finisce quando inizia quella dell’altro.
Federica VE