Tutto inizia con la seconda rivoluzione industriale: nuovi mezzi di trasporto, telecomunicazioni e l’inizio di quella che sarà la futura globalizzazione. Gli aristocratici e la classe dirigente e ricca inizia a muoversi nel mondo, mandano i figli a fare il famoso “Grand Tour”, attraversano l’oceano con i nuovi transatlantici e si spostano tra gli stati con sfarzosi viaggi in treno. Nasce un nuovo settore economico: il Turismo. Quest’ultimo, collocato come settore terziaro nell’industria di un paese, comprende servizi tangibili come i trasporti, strutture di ospitalità e ricettive, servizi d’assicurazione e agenzie turistiche. Un turista è reso tale se il suo viaggio ha durata massima di un anno e minima di 24h e solo se si sposta dalle sue zone abituali. I ricchi di fine 800’ e inizio 900’ viaggiavano in estasi, erano i primi a conoscere il mondo, non sfuggivano anzi rincorrevano la vita scoprendo le usanze e tradizioni celate nelle altre parti del mondo. Da Firenze a Parigi, da Parigi a Mosca, da Mosca a Roma. Ogni luogo era tesoro, ogni luogo era curioso, ogni luogo della terra da quel momento era raggiungibile. Tutta questa gioia era condivisibile solo nell’alta società, un lusso non diffuso nella clase operaia. Il puro sentimento dietro il viaggiare svanì con il dopoguerra. Il capitalismo e la globalizzazione divennero l’epicentro dell’economia, il guadagno individualista era l’obiettivo comune. Emerse un nuovo ordine mondiale, dominato dagli Stati Uniti da una parte e dall’Unione Sovietica dall’altra. Sono gli anni del benessere della classe operaia e dei suoi miglioramenti sociali tra cui le ferie pagate, quest’ultime divennero ben presto gli unici momenti di svago nella frenetica vita di un individuo concentrata in carriera e guadagno, sempre individualista. L’ideologia della classe media attuale è grosso modo erede di quella della piccola borghesia degli inizi della rivoluzione industriale (diritto di proprietà, sicurezza, devozione al progresso, conservatorismo, rifiuto del collettivismo, etc.), ciò vuol dire che viaggiare era inteso come mettersi alla pari dei vecchi e ricchi aristocratici, viaggiare divenne un’altra conquista della classe media e una grandissima conquista per il capitalismo. In una società prevalentemente urbana, con mentalità individualista, dove la vita gira intorno ad un lavoro alienante , la ricerca di evasione e fuga dalla realtà diventa una necessità. E quale miglior rifugio da questa realtà ostile che una manciata di giorni di scappatoia scelti tra la moltitudine di offerte che il settore del turismo crea?
Così ha modo di nascere anche il turismo di massa condizionato dalla TV, dai social media e ogni altra telecomunicazione che ci mostra le offerte di voli per Dubai, Mykonos, Corfu, concentrandoci tutti sul nuovo luogo trendy e instagrammmabile. Il Turismo capitalista è una fuga dalla vita, quando viaggiare dovrebbe solo riportarti in vita.
Nell’anno 2020, scoppiata la pandemia, ci fu un lockdown di due mesi. I luoghi un tempo pullulanti di turisti erano desolati, abbandonati al silenzio e alla mancanza di flash delle fotocamere iphone. Ogni tanto qualche animale si avventurava in una casuale piazza famosa sbalordito dall’assenza dell’uomo. Una quiete inquietante, una situazione critica, il tutto accompagnato da un’improvvisa solidarietà: i canti sul balcone, milioni di bandiere svolazzanti sui balconi, videochiamate di gruppo, riflessioni individuali e ricerca di se stessi. Uniti come non mai solo se distanti. Nulla è per sempre, nemmeno il lockdown, il quale al contrario di come si pensava ha incattivito il Turismo. Settimane e settimane di clausura dove solo una bella vacanza poteva dare un po’ di respiro. Non viaggio per conoscenza, non viaggio per umana curiosità o voglia di scoprire la cultura degli altri popoli, viaggio perchè ho bisogno di farmi una vacanza e staccare dalla routine, che sia due settimane al mare o 4 giorni a Venezia.
I viaggi, gli incontri con gli amici, le passeggiate e le escursioni sono tutte cose che il Covid ci ha precluso. Ma capire fino in fondo quanto queste privazioni ci abbiano cambiato in questo tempo e rispondere ad alcune domande come: sarei diverso ora? Perché anche inconsciamente questo ci ha cambiato nel profondo. Soprattutto gli adolescenti sono quelli che ne hanno più risentito, quelli che da un giorno all’altro si sono visti revocare tutte le libertà, questo ha scalfito, purtroppo, le persone più deboli, infatti con il Covid si è avuto un incremento vertiginoso del tasso di depressione, suicidio ed autolesionismo tra gli adolescenti. Questi argomenti purtroppo sono ancora molto poco trattati e visti come tabù da molte persone.