La donna per secoli ha subito le oggettificazioni maschili, veniva considerata un essere debole ed inferiore, uno mero strumento di procreazione. Questa non aveva alcun diritto, né sulla propria vita, né all’interno della società, e la sua unica finalità era la famiglia, ma anche su questa era sottomessa al volere maschile. In Europa, l’attenzione verso la condizione politica femminile, trovò spazio nel dibattito pubblico, solo verso la fine del XVIII secolo, in Francia. La discussione era di elevata importanza e le persone cominciarono a consapevolizzarsi dell’inumana situazione che vivevano le donne ogni giorno. Vennero pubblicate diverse opere riguardanti il ruolo femminile nel contesto sociale, come la “Dichiarazione dei diritti delle donne e delle cittadine di Olympe” de Gouges, che orientarono l’attenzione sull’emancipazione femminile e sulla parità dei sessi. Durante la seconda metà del XIX secolo sorsero i primi movimenti femminili contro la società, per lo più maschilista: si aprì la lotta per il diritto di voto, dapprima nel Regno Unito, per poi dilagare in tutta Europa e oltreoceano. Le partecipanti a queste manifestazioni vennero riconosciute con il nome di “Suffragette”. Il movimento racchiuse al suo interno donne a cui venne attribuito grande carisma e coraggio, e le idee delle prime attiviste suffragette ebbero voce in tutto il mondo, innescando un dibattito nell’opinione pubblica e portando un cambiamento di mentalità, a livello mondiale. In Italia il discorso venne aperto più tardi rispetto agli altri stati, ma attraverso importanti manifestazioni e sommosse popolari, nel 1946 venne concesso alle donne il diritto di voto, marcando un vero e proprio cambiamento per la società. Alle famose elezioni del ‘46, che decisero le sorti dell’Italia, votò tutta la popolazione, donne incluse. Da quel momento, la considerazione della donna ha subito sempre più mutamenti. Nonostante ciò, la parità dei sessi, al giorno d’oggi, non è stata ancora raggiunta del tutto. L’ideologia alla base del movimento delle Suffragette era proprio l’uguaglianza tra uomini e donne, un tema che ad oggi può sembrare scontato, ma che in realtà non si dimostra tale, specialmente riguardo al lavoro. Che si parli di assunzione o di retribuzione è evidente che il genere femminile sia di gran lunga svantaggiato in relazione a quello maschile. Infatti molte donne faticano a trovare lavoro poiché considerate “meno disponibili” rispetto agli uomini, soprattutto per quanto riguarda la questione famiglia e figli, partendo dal pregiudizio, purtroppo ancora oggi molto diffuso, per cui, occuparsi della casa e del proprio nucleo familiare, sia un ruolo esclusivamente alla portata delle donne. È proprio questo che ci illustrano i dati riportati dal primo rapporto di genere effettuato da AlmaLaurea nel 2020, nel quale sono state raccolte informazioni da 291.000 laureati: a cinque anni dalla laurea solo l’86% delle donne ha trovato lavoro, contro il 92,4% degli uomini. Non solo le donne tendono ad essere assunte di meno rispetto agli uomini, ma tendenzialmente ottengono anche posizioni svantaggiate rispetto a questi: tra i laureati di primo livello il 67,4% degli uomini contro il 64,5% delle donne hanno un contratto di lavoro a tempo indeterminato, mentre per quelli di secondo livello sono il 59.1% degli uomini contro il 51,3% delle donne, le quali spiccano per maggioranza; quando invece si parla di contratti a tempo determinato, con il 17% di dipendenti donne contro il 12% di dipendenti uomini tra i laureati di primo livello, mentre con il 18,1% e 11,5% tra quelli di secondo livello. Questa ingiustizia si ripercuote automaticamente sulle retribuzioni: in Italia, e in altri paesi del Mondo, le donne vengono pagate meno rispetto agli uomini che fanno il loro stesso lavoro. Sempre secondo lo studio effettuato da AlmaLaurea, a cinque anni dalla laurea le donne sono pagate il 20% in meno rispetto agli uomini che ricoprono la loro stessa posizione. Tutto ciò dimostra che la lotta per i diritti delle donne non è ancora terminata e che l’emancipazione femminile non è stata ancora raggiunta realmente. Per guardare verso un futuro migliore per tutti noi, c’è bisogno di una vera equità e di una giusta imposizione delle donne verso la disparità ancora presente al giorno d’oggi.
GIULIA, 5E
GAIA, 4G