Prima di parlare di auto-tune e dei suoi effetti nel presente e nel futuro, scopriamo l’utilizzo e la sua storia. L’auto-tune oltre al noto scopo di migliorare ed intonare le voci dei cantanti, ha anche un’altra funzionalità molto importante, infatti ha introdotto la possibilità di accorciare i tempi di registrazione di canzoni, che senza di esso, potevano richiedere settimane e settimane di prove in studio, per ottenere la riuscita perfetta del brano. Grazie all’auto-tune si può riuscire a registrare perfettamente la canzone in appena mezz’ora! Ma ora parliamo della sua storia; l’algoritmo è stato creato da Andy Hildebrand, un ingegnere elettronico della Exxon (una delle principali aziende petrolifere statunitensi), attraverso lo sviluppo di alcuni algoritmi inizialmente adibiti per trovare depositi di petrolio, si accorse poi che poteva usare quest’ultimi per modificare il tono dei file audio. Nella seconda metà del 1996 tramite il NAMN Show presentò il suo progetto su scala mondiale a cui seguì un enorme successo. Di recente è uscita una miniserie su Netflix chiamata “This Is Pop”, che in uno degli episodi approfondisce, portandoci nelle retroscene, la nascita e i protagonisti dell’auto-tune. Col passare degli anni, la tecnologia ha influenzato quasi ogni aspetto della nostra vita, compresa anche l’amica che ci ha accompagnato per migliaia di anni: La musica! Negli ultimi decenni, infatti, si può ben notare lo zampino della tecnologia per effetto dell’utilizzo di strumenti elettronici, sintetizzatori o tastiere. Ultimamente però, si sente spesso parlare di utilizzo scorretto dei mezzi digitali e soprattutto di autotune. Possiamo veramente ritenerlo come tale? L’autotune viene da molti ritenuto semplicemente come un modo per “barare” e chi lo usa viene spesso sminuito come cantante. Come tutte le cose, però, l’autotune ha pregi e difetti: per iniziare, insieme ad altri strumenti elettronici, è in grado di creare effetti e suoni inimitabili dalla voce umana ma non per questo le canzoni che ne fanno uso non sono considerabili tali! Un secondo motivo è quello di poter aggiungere quel “tocco in più” alla voce del cantante: per quanto una voce possa essere potente o pulita, presenterà sempre un minimo di imperfezione che può così essere corretta. Per quanto questi due punti possano risultare innovativi e rivoluzionari, bisogna però ben tenere a mente che un utilizzo eccessivo dell’autotune, potrebbe provocare l’effetto contrario. Una voce troppo corretta, finirebbe col perdere la sua “umanità”, risultando troppo meccanica e sgradevole. Grazie a questo strumento ogni artista può così esprimere meglio sé stesso seguendo il proprio stile. La musica è un semplice mezzo per esprimere ciò che spesso le parole non riescono a comunicare. Anche una semplice melodia a cui viene accompagnato un significato è musica! Per questo, nonostante l’utilizzo di “aiuti”, finché una canzone sarà in grado di trasmettere, non sarà mai solo rumore! Ovviamente l’impatto che ha una canzone su di noi, non è determinato soltanto dal significato del suo testo o dall’uso dell’autotune, ma entra in gioco un ulteriore fattore: stiamo parlando del cambio delle tonalità all’interno di un brano, nonché la modulazione. La tonalità scelta da parte di un cantante, è fondamentale per la riuscita della canzone: infatti essa ha un riscontro determinante con l’uomo, e in base alle tonalità scelte si potrà dare più, o meno, potenza al testo del brano. Per esempio le tonalità maggiori hanno un timbro più allegro o in qualche modo positivo, mentre le tonalità minori danno una sensazione di tristezza o malinconia. Infatti, se prendiamo in considerazione il genere indie, possiamo notare come nella maggior parte delle canzoni malinconiche appartenenti a questa nicchia musicale, predominano le tonalità minori. Ciò può aprirci gli occhi su molti orizzonti, e farci capire come in realtà la nostra canzone preferita ci è arrivata tanto al cuore perché non è altro che l’incastro perfetto tra tonalità e testo. Proprio come nelle canzoni, anche noi dovremo cambiare tonalità frequentemente nella nostra vita, per donarle luce e verde, anche quando la tonalità prevalente è minore.