Il metaverso: realtà paradisiaca o annullamento dell’essere?
La vita odierna è un’avventura stressante, un viaggio sempre più accelerato verso il nulla che spesso finisce per angosciarci, un percorso ricco di momenti gioiosi e felici che talvolta vengono spenti e affievoliti dall’arrivo della loro controparte.
Quante volte dopo aver avuto una discussione con i nostri genitori o con i nostri amici, dopo una delusione o, in generale, dopo un momento di sconforto, avremmo voluto semplicemente stare da soli, andare nella nostra cameretta isolandoci da tutto e da tutti? Quante volte avremmo voluto che il resto del mondo scomparisse e la possibilità di poter fuggire dalla realtà circostante?
Può sembrare surreale e incredibile, ma ad oggi si stanno sviluppando tecnologie sempre più all’avanguardia che renderanno tale esigenza una vera e propria meta da poter essere raggiunta. Si inizia a discutere riguardo il “metaverso”, una realtà apparente, un mondo virtuale in 3D analogo o del tutto differente rispetto al mondo reale, in cui possiamo immergerci grazie ad un avatar digitale, impiegando delle tecnologie immersive come, ad esempio, la realtà virtuale e la realtà aumentata.
Fino a qualche decennio fa si immaginavano gli anni duemila come anni di progresso e di sviluppo, anni in cui la tecnologia avrebbe dovuto portare ad un miglioramento degli apparecchi elettronici e delle attrezzature, si fantasticava addirittura l’invenzione di macchinari fantascientifici al limite dell’incredibile; insomma la fantasia delle persone permetteva di vedere con maggiore positività e fiducia l’avvenire, il futuro. Ad oggi non è cambiato un granché: spesso capita di catapultarci in realtà diverse dalla nostra e di immaginare il nostro futuro come una realtà perfetta per noi e per le nostre necessità. L’uomo ha sempre avuto molta fiducia nel progresso e nella tecnologia, ma essa può avere talvolta anche effetti infausti e negativi nei confronti degli uomini: i social, le realtà virtuali e lo stesso “metaverso” potrebbero portare ad una perdita dei rapporti umani, quelli reali e sinceri.
Il desiderio di fuggire dalla realtà e di rifugiarsi nel “metaverso”, di per sé, non è né buono né cattivo. In alcuni casi la funzione delle tecniche di evasione è quella di permetterci di affrontare meglio un mondo troppo angosciante, che sembra impossibile da gestire e minaccia di distruggere un “io” che non sta attraversando il suo momento migliore.
Ma cos’è esattamente il metaverso? Ad oggi, cercando anche su internet, non se ne trova una definizione precisa, possiamo però definire il metaverso come uno spazio tridimensionale all’interno del quale le persone possono muoversi e interagire attraverso degli avatar, svolgendo sia azioni surreali, come ad esempio l’utilizzo della magia, sia azioni quotidiane, come comprare vestiti, cucinare, etc…
Più in generale possiamo intendere il metaverso come una varietà di esperienze ed ambienti che si sono diffusi maggiormente durante la pandemia e che ormai coinvolgono tutte le persone, specialmente le fasce d’età più giovani. Prendiamo come esempio i videogames, con cui oggi anche i più piccoli sono abituati a relazionarsi, qui i giocatori possono costruire i propri mondi e muoversi con avatar personalizzati. Questo, oltre ad essere un modo per sfogarsi, può però offuscare la mente dei giovanissimi, che con il passare del tempo potrebbero confondere la realtà virtuale con la vita reale. La pandemia ha contribuito ad accentuare questo fenomeno, spingendo gli individui ad isolarsi piuttosto che a socializzare e, per fuggire dalla solitudine e dai problemi che la vita reale comporta, le persone hanno iniziato a rifugiarsi nel mondo virtuale. Un aspetto molto importante del metaverso è che non ci sono delle restrizioni per entrarvi, infatti ogni persona può accedervi senza dover utilizzare apparecchi o sistemi troppo complessi: se questo da un lato è utile poiché permette a tutti di usufruirne, dall’altro può essere ritenuto pericoloso e preoccupante dato che non ci sono dei veri e propri controlli; proprio per questo motivo anche i più piccoli potrebbero utilizzarlo facilmente per immergersi in altre realtà.
Finora però abbiamo parlato del metaverso solo come una “distrazione” per lo stress accumulato durante le giornate, e se da una parte è vero ed è questo l’uso che se ne fa maggiormente al momento, in realtà moltissime aziende stanno creando progetti basandosi proprio sul metaverso e, fiutando la possibilità di trarre facili profitti, investono su di esso. Infatti un gran numero di persone, provando un senso di frustrazione nella propria vita, decide di crearsene una alternativa, spendendo soldi reali per comprare beni intangibili come, per esempio, terreni virtuali, macchine bellissime o case enormi. In questo modo è stato creato un business su cose che, in fin dei conti, non esistono, ma che gli utenti desiderano acquistare per risollevarsi moralmente.
Uno tra i progetti più importanti è stato avviato dalla città di Seoul con un nome provvisorio “Metaverse Seoul”, scelto per l’avvio dei lavori che porteranno alla costruzione di una realtà virtuale e parallela alla città, in cui i servizi pubblici offerti ai cittadini saranno ampliati. Si pensa infatti che grazie a questo progetto le persone, comodamente sedute sulla poltrona della propria casa, grazie ad un visore e a degli avatar, saranno in grado di recarsi virtualmente per la città compiendo azioni quotidiane, come per esempio andare alla posta o incontrarsi con i propri amici per strada. Il primo gennaio 2022 è stato testato per la prima volta “Metaverse Seoul”, facendo suonare simultaneamente la campana del padiglione Bosingak sia nella realtà che nel mondo virtuale, dando l’impressione che fra i due mondi non ci sia alcuna differenza. Per vedere però realizzato a pieno questo progetto ed ottenere tutti i benefici possibili, dovremo aspettare il 2026, anche se nei prossimi anni è stata prevista una piattaforma di accesso virtuale ad alcuni eventi e servizi.
In conclusione, nonostante noi al giorno d’oggi siamo entusiasti dei progressi che la tecnologia sta compiendo, non possiamo sapere dove arriverà tra qualche anno. Probabilmente non saremo più in grado di distinguere il confine tra vita reale e quella virtuale che pian piano andranno fondendosi in unica e sola dimensione; malgrado noi non ce ne accorgiamo, questo processo ha già avuto inizio, basti pensare l’importanza dei telefoni e degli apparecchi tecnologici che vengono ormai considerati come un’estensione indispensable dell’essere umano.
Vittorio 4G, Giulia 2D